Il Web 3.0, che comprende virtual reality (VR), augmented reality (AR), Non Fungible Tokens (NFT), Blockchain, Metaverso e intelligenza artificiale, è ormai al centro dell’attenzione del 75% delle imprese italiane, che diventa l’80% se teniamo in considerazione anche quelle di medie e grandi dimensioni.
I dati emersi dall’indagine “Il futuro del Web3 e del Metaverso”, svolta da Web3 Alliance e The Innovation Group, mettono a fuoco sia il livello di conoscenza e maturità delle aziende italiane nel percorso che porta proprio al Web3 che gli obiettivi che si sono date le aziende che hanno già attività di studio e/o sviluppo in corso.
Per Elena Schiaffino, Presidente di We3 Alliance, la conoscenza del Web3 presso le imprese ha raggiunto un livello elevato e si declina per ciascuna delle tecnologie sopra elencate e nella previsione di utilizzi in ambiti come marketing e comunicazione.
Prendendo in considerazione le singole tecnologie, per esempio, il 4% delle imprese non conosce bene l’intelligenza artificiale, il 39% ne ha una conoscenza limitata, il 46% la conosce bene e “solo” il 12% ne è utente. Per quanto riguarda la virtual reality (VR), l’1% non ne ha mai sentito parlare, il 3% non la conosce bene, il 42% ne ha una conoscenza limitata, il 45% ne ha una buona conoscenza e solo il 9% la adotta. Gli NFT vengono ignorati dal 9% delle aziende, il 17% non ne conosce bene il significato, il 45% ne ha una conoscenza limitata, il 25% ne ha una buona conoscenza e vengono utilizzati dal 4%. Per quanto riguarda la Blockchain, il 2% non ne ha sentito parlare, il 9% non ne conosce bene il significato, il 51% ne ha una conoscenza limitata, il 34% ne ha una buona conoscenza e viene adottata dal 3%. I dati sulla realtà aumentata mostrano che il 2% delle aziende non ne ha sentito parlare, il 6% non ne conosce bene il significato, il 43% ne ha una conoscenza limitata, il 42% ne ha una buona conoscenza e viene adottata dal 7%.
Il Metaverso come occasione
Percentuali interessanti riguardano il Metaverso: il 52% delle aziende lo vede come un’occasione di ingresso in nuovi mercati, per il 51% rappresenta una modalità per creare esperienze diverse per i clienti, per il 45% una strada per far leva su modelli di business basati sulla socialità e per il 42% è un’occasione di partecipazione a ecosistemi innovativi. Il Metaverso, inoltre, costituisce un fattore di differenziazione competitiva per il 35% delle imprese intervistate, di risparmio su tempi e costi per ilo 31%, di salvaguardia dell’ambiente e transizione ecologica per il 26%. I principali ambiti di utilizzo, soprattutto nel futuro prossimo, riguarderanno la conoscibilità del brand (45%), il lancio di nuovi prodotti (40%), l’allargamento della customer base (34%), la partecipazione come first mover (33%), la facilitazione dell’interazione tra persone (25%) e l’accesso a informazioni e dati sui clienti (19%). L’8% delle imprese, prima di partecipare, attende che altre siano presenti.
Il Metaverso costituisce una risposta a una domanda che ancora non c’è. A pensarci bene, infatti, nessuno ha richiesto un mondo immersivo quale questo di propone di essere. Fare imprenditoria in maniera innovativa significa, tuttavia, cogliere l’intuizione di uno e far sì che possa essere il futuro di tutti coloro i quali vorranno farne parte, mettendo a disposizione gli strumenti necessari.