Completata la prima check-list per la valutazione della coscienza dell’IA
Un fondamentale passo avanti è stato compiuto nel campo dell’intelligenza artificiale, grazie alla messa a punto e alla successiva verifica della prima checklist ideata per determinare l’esistenza di una coscienza all’interno di un sistema di Intelligenza Artificiale. Nonostante gli avanzamenti degli algoritmi odierni, nessuno, neppure il notevole e ormai celeberrimo ChatGPT, è stato in grado di superare tale esame.
Questo significativo progresso è frutto del lavoro congiunto di un distinto gruppo internazionale composto da 19 esperti, tra cui neuroscienziati, filosofi e informatici, guidati da due eminenti figure: Patrick Butlin, dell’Università di Oxford, e Robert Long, rappresentante del Centro per la Sicurezza dell’Intelligenza Artificiale in California. L’obiettivo centrale e ambizioso di questo sforzo è la definizione di un insieme condiviso di criteri che consentano di stabilire se un sistema di Intelligenza Artificiale può essere riconosciuto come ‘cosciente’.
L’importanza di questa proposta è stata messa in luce dalla citazione della ricerca sulla prestigiosa rivista Nature e dalla sua pubblicazione su arXiv, la piattaforma dedicata alla divulgazione di ricerche in attesa di valutazione da parte della comunità scientifica. Questa iniziativa intende gettare le basi per una riflessione approfondita sul rapporto futuro tra l’uomo e le macchine.
Nel corso degli anni, l’intelligenza artificiale ha dimostrato di poter raggiungere notevoli traguardi, giungendo persino a sfiorare la soglia di una coscienza simulata, manifestando tratti che sembrano quasi riflettere emozioni e un senso di identità propri.
Sia che si tratti di una creazione virtuale, di una voce artificiale o di un’entità meccanica, attribuire l’attributo di ‘cosciente’ a tali sistemi comporta una profonda trasformazione nel nostro approccio verso di essi. Tuttavia, malgrado millenni di riflessione sull’essenza della coscienza umana, ancora non esiste una definizione universalmente accettata di coscienza. Questo diventa ancor più complesso quando si applica il concetto stesso di coscienza a entità completamente artificiali, prive di biologia.
I risultati della ricerca
In questo contesto, al fine di agevolare una discussione più strutturata, i 19 ricercatori di spicco hanno effettuato un’analisi rigorosa delle sei principali teorie attualmente esistenti sulla coscienza umana, adattandole in modo pertinente al contesto dell’intelligenza artificiale. Inoltre, gli stessi studiosi hanno applicato tali criteri ai sistemi di IA già esistenti, inclusa lproprio ChatGPT. Purtroppo, il risultato è stato unanime: nessuno di questi sistemi soddisfa i requisiti di coscienza delineati all’interno di questa esaustiva checklist.
Gli autori di questa ricerca sottolineano che, sebbene il percorso sia ancora lungo prima di giungere a un test definitivo per valutare la coscienza delle Intelligenze Artificiali, questa pionieristica iniziativa costituisce un fondamentale punto di partenza. L’obiettivo è quello di sviluppare metodologie di analisi coerenti e condivise, aprendo la strada a ulteriori progressi in un ambito cruciale per il futuro dell’IA e della relazione tra uomo e macchina.