L’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale

Ago 30, 2023 | Intelligenza Artificiale

L’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta un’innovazione destinata a trasformare molteplici settori, ma quali ripercussioni ha sull’ambiente? In un contesto in cui questa tendenza si diffonde a macchia d’olio, coinvolgendo milioni di utenti in tutto il mondo, sorgono interrogativi fondamentali sull’impatto ecologico di questa evoluzione. Come accade per altre tecnologie in ascesa, ad esempio le criptovalute, l’ampio utilizzo di computer e dei relativi sistemi di raffreddamento può innescare significative emissioni negative nell’ambiente. L’IA, tuttavia, può vantare anche un valore aggiunto, poiché può essere sfruttata per studiare metodi volti a contrastare i mutamenti climatici. Tuttavia, il suo impatto ecologico, specialmente per quanto riguarda l’anidride carbonica, non può essere minimizzato.

Si sta già discutendo dei danni sociali che questa nuova tecnologia potrebbe promuovere. Dall’infrazione dei diritti d’autore alla sostituzione di specifiche categorie di lavoratori, sino alla diffusione di pregiudizi razziali e notizie false, diversi aspetti negativi dell’IA devono essere attentamente ponderati. A ciò si aggiunge un impatto ancor più tangibile: l’inquinamento generato dalle macchine che costituiscono il cuore di questa nuova tendenza. L’aumento della capacità di calcolo conduce a un crescente impiego di sistemi informatici, i quali richiedono considerevole energia elettrica per funzionare, nonché acqua per il raffreddamento. Ad esempio, il magazine Grist ha focalizzato l’attenzione su ChatGpt, il chatbot di OpenAI divenuto celebre per generare testi convincenti e umanamente simili. Secondo ricercatori, l’addestramento di ChatGpt-3, l’antenato di Gpt-4 attualmente in circolazione, ha prodotto ben 552 tonnellate di anidride carbonica, pari a oltre tre voli di andata e ritorno tra San Francisco e New York. Tuttavia, è plausibile che tale stima sottostimi l’entità delle emissioni, poiché considera solamente l’addestramento di ChatGPT-3 in un’unica fase. Dato che i modelli possono essere sottoposti a migliaia di cicli di addestramento durante la fase di sviluppo, il totale delle emissioni dannose è presumibilmente superiore. Occorre anche considerare che tale calcolo non include l’energia consumata quando ChatGPT viene impiegato da circa 13 milioni di utenti ogni giorno. L’addestramento dell’IA richiede inoltre un notevole consumo d’acqua, che viene convogliata nei data center per evitare il surriscaldamento dei server.

L’IA e l’inquinamento: un connubio complesso

Attualmente, non esistono dati precisi in merito al volume esatto di emissioni generate dall’utilizzo su larga scala dei modelli di intelligenza artificiale da parte di milioni di utenti. Tuttavia, i ricercatori di Google hanno identificato che il consumo energetico totale legato all’impiego di modelli di apprendimento automatico costituisce circa il 15% del consumo complessivo dell’azienda. Tale cifra significativa è destinata ad aumentare man mano che i programmi si evolvono in termini di potenza e diffusione.

Al contempo, vi sono anche aspetti positivi in ambito ambientale che possono emergere. Gli scienziati sfruttano già l’IA per condurre ricerche nel campo dei cambiamenti climatici. Attraverso l’analisi di grandi quantità di dati, questa innovazione supporta la creazione di modelli climatici, il monitoraggio delle deforestazioni e degli incendi tramite immagini satellitari, nonché la formulazione di previsioni meteorologiche accurate. I sistemi di IA risultano utili nel migliorare le prestazioni dei pannelli solari, controllare le emissioni derivanti dalla produzione energetica e ottimizzare sistemi di riscaldamento e raffreddamento. Queste applicazioni agevolano la comprensione del clima, ma necessitano di essere sperimentate all’interno degli stessi contesti che coinvolgono l’IA.

La carenza di regolamentazione e il dilemma ecologico

L’assenza di una regolamentazione definita desta particolare preoccupazione, soprattutto considerando la portata dell’innovazione in questione. L’Unione Europea sta intraprendendo sforzi per istituire leggi in merito, ma ciò richiederà del tempo prima che le norme entrino effettivamente in vigore. Nel frattempo, la doppia natura dell’IA spinge i ricercatori a confrontarsi con le implicazioni ambientali del settore e a valutare il suo ruolo all’interno del quadro dei cambiamenti climatici.

In conclusione, l’intelligenza artificiale promette trasformazioni significative in vari ambiti, ma il suo impatto sull’ambiente è un aspetto che richiede attenzione urgente. La sfida consiste nel bilanciare i benefici dell’IA con la necessità di preservare l’ecosistema globale. La regolamentazione, la ricerca continua di soluzioni ecologiche e l’impiego consapevole dell’IA rappresentano elementi cruciali nell’ottica di un futuro sostenibile.

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